Sega Saturn TecToy Brazil (WHITE)

Era da un paio di anni che ero alla ricerca di un Sega Saturn Bianco in versione Brasiliana, finalmente quel momento è arrivato. A proposito, come state? A casa tutto bene? Sono stato poco presente (e lo sarò sempre) ma prima o poi ritorno a scrivere sul mio blog, vedo anche che ultimamente ha molte più visualizzazioni di prima, son contento che molti di voi lo leggano e spero vi possa aiutare e/o incuriosire.

Ma torniamo al succo del discorso.

Più volte vi ho menzionato come TecToy fosse unica nel suo genere, sia come prodruttrice che come distributrice di videogiochi/console, e non è stato niente di diverso nemmeno per quanto riguardava il Sega Saturn.

Questa versione Bianca, principalmente commercializzata in Giappone, è stata l’unica versione (Dopo la Cina) che è sbarcato su altri territori, arrivando fino in Brasile. Noi europei e americani potevamo solo accontentarci delle versioni Nere, e basta.

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Questa bella confezione, di formato piccolo e che ricalcava le versioni Giapponesi/Europee del secondo modello della console, con tasti tondi, ha una confezione con un design tutto suo, proprio come le altre versioni in commercio.

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Ai lati della scatola sono riportati gli screenshot di alcuni giochi disponibili per il mercato Brasiliano.

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Ed include la console, 1 controller, 1 Gioco tra i 3 sottostanti (Daytona, Virtua Fighter Remix o Sega WW Soccer 97), 1 cavo di alimentazione, 1 cavo video composito e il manuale delle istruzioni.

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La nota interessante del manuale è che raffigura il primo modello del Saturn, la versione con i tasti Ovali. All’inizio pensavo si trattasse di un rimpiazzo ma ho poi scoperto che il suo manuale è proprio quello. TecToy, per risparmiare sulla produzione, decise di includere il manuale raffigurante questo modello, nonostante il procedimento dell’operazione della macchina fosse, ovviamente, identico, quindi cambiava ben poco.

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La cosa più interessante è che queste console arrivavano dal giappone ma venivano modificate dalla compagnia con un segnale video PAL-M (60Htz), funzionavano a 110V ed erano in grado di leggere esclusivamente giochi di regione AMERICANA.

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Come da prassi Tectoy “marchiava” tutti i loro prodotti con un seriale, sia sulla console che sul libretto (ed ecco anche scoperto il motivo per il quale il libretto stesso è appunto quello corretto per la confezione). Il cosidetto “seriale batendo”.

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E Infine le solite immancabili specifiche.

Son davvero contento d’averlo. A presto 🙂

16PICSEL2020

 

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ZEEBO TecToy Console – ZEE..BOH?

La TecToy è sempre stata un azienda leader nel settore della pubblicazione e della produzione di videogiochi in territorio Brasiliano. Fiera portatrice di grossi marchi tra cui SEGA, in primis, e anche grazie ad una buona reputazione in ambito videoludico, nel 2008 decise di compiere un grosso passo avanti e tentò di commercializzare una vera e propria console, interamente realizzata dalla compagnia.

ZEEBO fù commercializzata nel Maggio del 2009. Questa console era stata studiata per un servizio di Digital Download Only, in collaborazione con la Qualcomm, compagnia che fornì i chipset necessari al collegamento della console tramite rete mobile dati.

Questa console non fù altro che un sistema “smarphone” su schermo televisivo, offrendo contenuti esclusivamente in DL e utilizzando un sistema di crediti, chiamato Z-Credits, a pagamento con ricariche.

Le specifiche:

  • ARM11 / QDSP-5 a 528 MHz
  • ATI Imageon
  • 1 GB NAND Flash
  • 160 MB RAM, 128 MB DDR SDRAM + 32 MB DDR SDRAM in MSM7201A
  • VGA (640×480)
  • 3G (2.5G o 2G quando necessario)
  • 3 porte USB
  • Slot per SD Card

Nonostante buone prospettive e le sue caratteristiche che convinsero ad investire, in un mercato poco battuto, aziende come Electronic Arts, Activision, Namco, Capcom, e id Software, la console non ebbe successo. Alcuno.

Spesso, quando capitano queste tipologie di “fallimento”, si accolpa la console di tale responsabilità, ma furono effettivamente i giochi, scadenti, datati e poco appetibili, a seppellire il tutto nel dimenticatoio.

La versione che ho reperito io è una seconda edizione, si differenzia dalla colorazione della scatola (inizialmente bianca a griglia, molto simile a quella del Master System Europeo) e da alcuni giochi già inclusi in memoria.

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Il retro della confezione riporta tutto quello che è mediamente standard per una console da videogiochi, dagli screenshot alle features e così via.

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In dettaglio viene spiegata la funzionalità dell’online e download dei giochi. La console si connette alla rete, proprio come un cellulare, in modalità dati in tipologia 3G. Gli Z-Credits sono utilizzati per acquistare giochi sullo store dedicato, incluse alcune applicazioni minori e la possibilità di navigare web tramite browser dedicato.

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Lo Zeebo è stato, da come riporta la confezione, ideato in california. Certo, non da Apple, poco ma sicuro.

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Aprendo la confezione, tutti i suoi contenuti sono “incastonati” all’interno di un alloggiamento in plastica.

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Questo era il controller “standard” dello Zeebo, con presa USB. Mi duole ammettere che il suo design, i suoi materiali e la sua funzionalità sono OSCENI. Plasticoso, scomodo, rumoroso e tremendamente leggero, non offre nessuna sensazione positiva, nessuna qualità al tatto. Gli analogici, seppur migliore di quello del controller per Nintendo64, è passabile, ma trascurabile. Il cavo è piuttosto lungo, che è tuttosommato una cosa positiva (almeno una…).

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La console ha un design… strano. Faccio davvero fatica a classificarla. Ricorda il muso di una supercar, oppure delle onde sul mare (California…). Sono presenti 2 porte USB sul fronte, una per il controller e l’altra per la tastiera, sempre USB. Presente una porta di memoria SD per l’espansione, i salvataggi e lo storage in generale. Sul retro è presente, unicamente, un uscita video/audio in Composito e la presa d’alimentazione per il trasformatore.

La tastiera, seppur svolge molto bene il suo ruolo, è una QWERTY senza sè e senza mà. Molto plasticosa e leggera, mi ha ricordato una versione economica di quelle uscite per Sega Dreamcast. Molto “sul risparmio“.

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Infine l’alimentatore, che accetta voltaggio in ingresso sia a 220V che a 110V (probabilmente optarono la possibilità per qualche esportazione in altri territori con voltaggio differente)

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A cura di Manuele “TheDeath”

13PICSEL2018

Master System SUPER COMPACT TecToy

Dopo avervi introdotto sulle esclusive TecToy per Master System, oggi vi parlerò di hardware, specificatamente dell’unica vera e propria esclusiva per il territorio Brasiliano, il Master System Compact della TecToy.

Commercializzato nel 1994, il System Compact è la risposta economica del Sega Mega Jet, console portatile di base MegaDrive che fù rilasciata solo in Giappone, a seguito di un buon successo del prodotto, disponibile solo sulle compagnie aeree ANA Airlines.

Questa console, proprio come Il Sega Mega Jet, è un ibrido tra portatile/fissa, senza schermo TFT, legge esclusivamente giochi MS ed è collegabile al televisore tramite wireless modificato del MARK III Telecon Pack, periferica uscita solo in giappone che permetteva di utilizzare il Sega Mark III (da noi appunto, il Master System) tramite wireless RF ad antenna.

Sostanzialmente si tratta di un GameGear, senza schermo, con master converter incorporato (per i giochi MS) e wireless RF!

Furono commercializzati 3 BUNDLE con rispettivi giochi già incorporati: Sonic The Hedgehog, Alex Kidd In Miracle World e Super Futebol II (Kick Off), l’intera produzione dalla A alla Z fù completamente realizzata e idealizzata dalla TecToy, proprio come tutti i suoi prodotti sotto licenza.

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Overview del packaging e presentazione del prodotto alla clientela:

Partendo fin da subito con il protagonista, Il SC ha un design particolarmente strano e il feeling in mano risulta poco confortevole. Il peso è davvero ridotto, ma la crociera direzionale e i tasti di gioco (non marcati con A B e Start) sono abbastanza macchinosi. Ammetto che la croce direzionale del Master System non mi è mai piaciuta più di tanto (sin da bambino la trovai scomoda all’uso e con pochissimo grip), in questo modello è migliorata la presa grazie alle semisfere presenti sulle direzioni, ma la movibilità della crocera stessa è tremenda, rumorosa e dura.

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Il retro della console con loghi di licenza, stampa e indicazioni generiche del prodotto. Il SC, proprio come il Sega Mega Jet, permette l’utilizzo alternativo di 4 PILE AA per l’alimentazione.

Passando ai lati, sulla parte sinistra è presente lo switch ON/OFF

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Una presa per collegare un secondo controller (Master System o Mega Drive) per il Player 2

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Al lato opposto, presa per spinotto dell’alimentazione, presa per antenna RF e switch di selezione canale CH3/CH4 per migliorare la compatibilità di ricezione del canale. Questa parte proviene direttamente dal MARK III Telecon System modificato all’interno.

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Infine, al centro, lo slot per le cartucce MS con sportellino anti-polvere

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Come funzionava il tutto? Il modulatore MARK III Telecon incorporato si collegava tramite antenna RF al box modulatore collegato alla TV, tramite una frequenza propietaria. Nella foto sotto una simulazione di collegamento dell’apparato.

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Dulcis in fondo, il libretto delle istruzioni in bianco e nero, sia della console che del gioco incluso, con foglietti di garanzia e licenza sega.

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Al prossimo articolo!

Manuele “TheDeath”

16PICSEL

 

 

 

 

 

The House Of The Dead (Serie)

Oggi esco lievemente dai canoni del blog e vi parlerò della mia saga preferita, The House Of The Dead. In realtà “potrei” anche non farlo, dato che qualche anno fà avevo tentato di creare la stessa cosa in formato visivo, e dato che buona parte è già stata “raccontata” da me stesso, spero possiate dedicare qualche minuto per vedere un video che creai sul mio canale YouTube, dove appunto anticipo ciò che poi andrò a finalizzare per iscritto su questa pagina. Per il momento, buona visione!

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Bene, sperando che il video vi sia piaciuto, aggiungerò un paio di foto e informazioni extra, inclusi quelli che nel video ho brevemente trattato, naturalmente non mancheranno le versioni Brasiliane/Coreane e cosi via, dato che su 16PICSEL sono argomento principale, e altri pezzi poco conosciuti in merito a questa bellissima saga.

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House Of The Dead 2, per Sega Dreamcast TEC TOY. L’edizione del disco di gioco è la stessa identica versione NTSC USA, non contiene la lingua Portoghese.

 

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House Of The Dead 1, per Sega Saturn TEC TOY, nella sua bellissima confezione di cartoncino. Anche in questo caso, il disco del gioco è la stessa identica versione di quella Americana NTSC US. Solamente i packaging furuno cambiati/modificati, abbandonando il cerchio della TOTALE produzione di materiale come era avvenuto in passato per Master System, Game Gear e Mega Drive.

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House Of The Dead 2 DEMO KIOSK DISK, versione JAP. Questo disco proviene da un unità demo station che si poteva trovare nei negozi previa lancio dei giochi stessi. E’ una demo a tempo, trovata su Yahoo Auctions parecchi anni fà.

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House of The Dead 2 MANEQUIN DISPLAY, è una versione promozionale che la EMI Holland (che collaborava alla produzione, allora, per i giochi DC Europei) mandò a Sega Europe (Sede Londinese) per un check finale del prodotto prima di essere mandato in stampa definitiva. Nonostante sia sigillato, l’interno è visibilmente vuoto (GD-Rom e libretto mancanti), le informazioni sono molto scarse ma personalmente deduco si tratti di un check visivo sul prodotto imballato/presentazione a cliente. Assieme ho reperito l’invoice originale di spedizione.

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The Typing Of The Dead SEGA PC Korea (WIzard Soft) e SEGA PC MAC Edition JAP, due oggetti molto curiosi, da un lato una rara versione per MAC Giapponese, tenendo presente che il MAC non è certamente una macchina da Gaming (non lo è mai stata), ma in Giappone han tentato (miseramente) di farla passare come tale, dato il successo del gioco, perchè no.

La versione Coreana, distribuita ufficialmente da Wizard Soft, riporta appieno i loghi SEGA. Abbiamo già visto in passato che le licenze dei prodotti Giapponesi, in corea, non erano cose ben viste, tanto meno facili da ottenere, ma a quanto pare le cose cambiarono, o forse il mercato per PC era un mondo tutto a sè stante.

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House Of The Dead 3 per SEGA PC Coreano, ufficialmente distribuito da SEGA, con tanto di logo olografico sul fronte per indicarne l’autenticità. Molto probabilmente le cose tra Sega e Wizard Soft presero delle strade diverse a un certo punto.

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House Of The Dead 4, per Sega LindBergh (Arcade). Per (mia) sfortuna, l’unica copia fisica di HOTD4 è disponibile per i sistemi arcade LindBergh (in sostanza, una Playstation 3/PC inverosimile) su DVD Rom. Il gioco fù rilasciato, in digitale, su Playstation Network nell’aprile del 2012, ben 7 ANNI dopo l’uscita nelle salegiochi (2005).

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The Typing Of The Dead NAOMI Rom Board, la versione arcade di TTOTD, su Sega NAOMI (il Dreamcast in versione Arcade). Questi kit erano esclusivi per il cabinato da sala, in quanto fù uno dei pochissimi giochi ad utilizzare tastiere come controller di gioco (assieme a Lupin The 3rd The Typing), per tanto non è stato facile reperirlo a parte.

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HOTD3 Hot Wheels. Perchè si! 🙂

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E per finire vi lascio con un paio di foto Random della mia collezione di House Of The Dead. Spero vi sia piaciuto il tutto!

Alla prossima

A cura di Manuele “TheDeath”

16PICSEL

Game Gear TECTOY Brazil!

GameGear TEC TOY!

Portare i propri videogiochi preferiti fuori casa.

In quanti, come me, la notizia fece letteralmente perdere la testa?? Da quando lo vidi per la prima volta in TV, nel programma Bim Bum Bam, riuscì a “rincoglionire” a tal punto i miei genitori che dopo poche settimane avevo il mio Game Gear, assieme a Sonic The Hedgehog e Columns, perchè mamma e papà, “posso mica guardare lo schermo e basta? ci dovrò giocare no”

Certo, vivevo e abitavo a Chivasso (Torino), non è che ci fosse proprio il “mare” a due passi, e di sicuro se uscivo di casa era per andare a scuola, non certo in spiaggia.

E i miei amici della Tec Toy? I Tectoyani? (uhm.. va bhè). Loro sicuramente il mare (i mari) l’avevano, così come avevano anche il Game Gear.

Regnavano indiscussi in tutto il territorio, con Master System e Mega Drive non si parlava d’altro, come potevano non avere il Game Gear? Impossible.

Naturalmente potevano mica “copiare” i prodotti già esistenti in Europa e In America? Ovviamente no, come vi avevo anticipato in merito al Mega Drive II, tutta la produzione e distribuzione era incentrata Brazil-only, abbattendo costi e tempistiche.

Conoscendo abbastanza bene i loro prodotti, dopo che finalmente riuscì a reperire un paio di giochi per Game Gear brasiliano, mi “scappò” un sorriso ironico. Qui in piemonte si dice “Bastian Cuntrari“, ovvero quando una cosa/persona è completamente l’opposto di quello che fanno, solitamente, le altre.

Se in europa e in America i giochi venivano venduti nelle confezioni di cartone, in brasile adottarono un “reciclo” delle custodie dei giochi Master System, e ne modificarono la tipologia relazionandola al Game Gear stesso, che pensandoci bene, fù non solo un ottima idea, ma anche un gran risparmio da parte dell’azienda.

 

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Le confezioni quindi erano niente di meno che le stesse identiche confezioni utilizzate per i giochi Master System (inverosimilmente identiche alle nostre e quelle americane), la grafica ricalcava il classico quadrettone grigio, ma con linee verdi anzichè blu/viola scuro (come nelle versioni PAL). Il layout della grafica era molto simile ai giochi Mega Drive (sempre Tec Toy), con un unica grossa immagine sul retro, e tutte le indicazioni tipiche di produzione/licenza/commercio ecc ecc…

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Il dorso, incluso Power Rangers The Movie (successive release), riprendeva lo stile delle confezioni, con indicazione del sistema di gioco, nome e marca.

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L’interno includeva il classico libretto in bianco e nero (come visto per i giochi Mega Drive, e questa volta non colorato a mano da chissà chi!!) e chiaramente la cartuccia di gioco.

Dato che il case era principalmente usato per i giochi Master System, fù creato un porta cartuccia del porta cartuccia (!?) in modo tale che le cassette potesse alloggiare comodamente. Di fatto questo resta l’unico pezzo “extra produzione” ideato per questa tipologia di giochi.

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Un piccolo dettaglio del libretto, naturalmente tutto in Portoghese.

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Proudly Made By TecToy, nessuna citazione a SEGA come nelle classiche confezioni Americane e Europee (SMS e MD)

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Anche sul retro della cartuccia, giusto per chiarire meglio qual’ora ci fossero ancora dei dubbi.

 

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E infine le release un pò più vecchiotte, come in questo caso Power Rangers The Movie, 1995. Lo stile della confezione fù successivamente preso d’ispirazione alle confezioni viola dei giochi Americani per GameGear.

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Tranne il fatto che, secondo TecToy, il blu con il viola”stava” evidentemente meglio della semplice scritta bianca “GAME GEAR”…

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Affascinanti… Durevoli! Chissà forse dureranno veramente di più nel tempo le versioni Brasiliane che quelle di cartone nostrane? O tu uomo del futuro che stai leggendo questa pagina (?), risolvi l’enigma e fai dilagare la notizia oltre lo spazio cosmico!

No, è che si è fatto tardi.. e sono in fase crollante. Ora vado.

A cura di Manuele “The Death”

16PICSEL2016

MegaDrive II By TECTOY Brasile

Viajar na maionese!” Che se cercate il blog di cucina, scusate, è il posto sbagliato!

“Una cosa molto assurda”, che fù la stessa identica cosa che pensai quando scoprì il mondo SEGA in Brasile, ma partiamo dagli inizi.

Se come molti di me si ricorderanno della fantastica GIG (nd. Giochi Preziosi), in Brasile sicuramente si ricorderanno inverosimilmente della loro TEC TOY.

Formata da ex dipendenti “Sharp“, la Tec Toy divenne, in pochi anni, una delle compagnie di pubblicazione/distribuzione più fruenti in tutto il territorio. Dopo aver fiutato la nuova ondata di business relazionata ai videogiochi interattivi, Tec Toy acquistò la licenza dei prodotti SEGA e si mise da subito alla commercializzazione dei suoi prodotti.

A differenza di Nintendo, che non ottenne nessun partner così convenevole, Tec Toy ebbe un successo INCREDIBILE, tanto che a quell’epoca, se si parlava di videogiochi, si parlava di SEGA Master System e Mega Drive. Fù così prorompente nel mercato che se ne continuò a parlare (e a uscire videogiochi in commercio) fino al 1997. Il Nintendo NES (Nintendhino, come lo chiamavano loro) e lo SNES erano praticamente INESISTENTI.

I videogiochi rilasciati furono davvero molti, alcuni di questi (i primi giochi a catalogo) erano distribuiti in bellissime confezioni cartonate, altre invece furono delle vere e proprie esclusive per il Brasile, come ad esempio Duke Nukem 3D o Yu Yu Hakusho Sunset Fighters.

Tec Toy però, a differenza della nostra GIG, non solo distribuiva e pubblicava, ma fabbricava anche tutti i suoi prodotti (console, giochi, accessori) all’interno del suo territorio, tutto ciò gli concesse di poter rilasciare revisioni hardware proprie, nuove console e nuove “versioni” a proprio piacimento.

Ed è qui che entra in gioco il MEGA DRIVE II che sono riuscito a reperire grazie ad un amico, ed è stata più un occasione unica che rara. Lo è stato perchè i Brasialiani, proprio come i Giapponesi, sono estranei a Ebay e utlizzano un circuito di commercio online dell’usato tutto loro (MercadoLivre) dove naturalmente, proprio come per Yahoo Auction, non è possibile acquistare in modo diretto, ma bisogna appoggiarsi a qualche amico (o agente) che acquista e spedisce per conto nostro. Ad aggiungersi al fatto che sono anche difficili da reperire posso garantire che è stato un momento più che fortunato!

Naturalmente la prima domanda è: “Perche si chiama MegaDrive 2? è chiaramente il primo modello (Europeo e Americano) che tutti noi ben conosciamo“. Qui subentra quanto anticipato prima, ovvero che Tec Toy, avendo piena licenza, poteva creare “revisioni”, vere o non, di tutto quello che produceva. In questo caso è stata una mossa commerciale per illudere il consumatore di un nuovo modello “con hardware interno migliorato”, in quanto il primo modello che tutti noi conosciamo fù realmente commercializzato, ma che effettivamente non aggiungeva nulla di nuovo rispetto a prima.

Quindi il Mega Drive 2 che è uscito da noi come lo hanno chiamato da loro?” Bhe facile no? Mega Drive III! Ma forse stò correndo un pò troppo!

Ritorniamo al nostro Mega Drive II

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Questa è la presentazione del box della console, oltre a includere Sonic The Hedgehog veniva mostrato il rendimento su una vera tv, i giochi disponibili, il master system converter e i contenuti generali della confezione.

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La disposizione all’interno del box, con un vano per la cartuccia di Sonic sotto la console stessa.

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E naturalmente la regina della festa! Prodotta interamente in Brasile. Il suo stile ricalca molto la versione Americana (Sega Genesis) che riporta la scritta HIGH DEFINITION GRAPHICS nella parte superiore, la sua esclusiva scritta MEGA DRIVE II, mentre sul retro riporta il logo TEC TOY, la zona di produzione e le specifiche della console con l’indicazione della licenza SEGA. La console è di regione “PAL” a 50Htz.

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Vari opuscoli e certificati di garanzia con codice numerico, riporta inoltre i centri di riparazione/sostituzione ufficiali in tutto il territorio Brasiliano.

Le istruzioni sono riportate in portoghese su un semplice manualetto in bianco/nero.

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Il classico controller a 3 tasti, che a differenza delle versioni PAL/JAP e USA ha la dicitura “MEGA DRIVE CONTROL PAD” anzichè “Computer VideoGame Control pad“, quasi a voler indicare l’esclusività del suo utilizzo.

L’alimentatore, che stranamente è sia pesante che molto grosso e ingombrante, riporta la dicitura del voltaggio (220V) e gli heartz di frequenza (50Hz)

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L’immancabile modulatore RF, l’incubo di ogni giocatore dell’epoca!

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E infine il gioco incluso, Sonic The Hedgehog. Il box, anch’esso stampato in brasile, ha un design della confezione tutto suo, con nuovi font e screenshot del gioco.

Il manuale, in portoghese, è completamente in bianco/nero, inclusa, teoricamente, la copertina.. ma può darsi che qualcuno ha avuto il momento “pittore” quel giorno…

A cura di Manuele “TheDeath”

16PICSELS 2016

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